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L’AGRICOLTURA BIOLOGICA E BIODINAMICA A BASSO IMPATTO AMBIENTALE DELLA AZIENDA AGRICOLA “GATTINERA FARM” DI CARLO PASQUA

 

Oggi ho avuto il piacere di visitare l’azienda agricola del mio caro amico Carlo Pasqua, che dal 1995, agli albori del biologico in Europa, si dedica alla coltivazione di grano saraceno, avena certificata senza glutine, rovejia e piante officinali.

 

Carlo mi ha raccontato con semplicità e competenza il modo in cui si svolge il suo lavoro e cosa significa coltivare biologico VERO.

 

Perché hai scelto di coltivare grano saraceno biologico?

 

Tutto è nato quando, leggendo un articolo sul grano saraceno, ho scoperto che è una pianta ad impatto zero, quindi la coltivazione ideale per un’azienda come la nostra che puntava alla produzione biologica senza utilizzare input esterni come concimazioni, diserbanti e/o altre sostanze chimiche.

E’ una pianta che è stata riscoperta per i suoi valori nutrizionali nel corso degli anni da molte aziende di trasformazione e dai consumatori, è un alimento naturalmente senza glutine, uno dei pochi pseudo cereali che contiene tutti i nove aminoacidi essenziali, è indicata anche per le persone affette da diabete perché a basso contenuto glicemico.

Per parlare della storia di questa pianta, la sua coltivazione era stata abbandonata nel secondo dopo guerra proprio perché non rispondeva agli input esterni tipici dell’agricoltura industriale e quindi la ricerca si è orientata su altri tipi di coltivazioni.

E’ una pianta che nasce in montagna, originaria della Siberia e della Manciuria, quindi un ambiente pedemontano (siamo in provincia di Biella, appena sotto le Alpi) come il nostro è il territorio ideale per la coltivazione di questa pianta.

 

In che cosa consiste l’agricoltura biodinamica a basso impatto ambientale?

 

L’agricoltura a basso impatto ambientale prevede una riduzione importante dell’utilizzo dell’energie non rinnovabili, quindi nel corso degli anni ci siamo trasformati e ci siamo evoluti iniziando ad utilizzare tecniche agricole conservative, senza aratura, con una lavorazione minima (8/10 cm massimo di profondità) del terreno e ultimamente ci stiamo dedicando anche alla semina diretta sulle colture di copertura. Tutto questo ci permette di ridurre del 60/70% l’utilizzo di energia non rinnovabile. Inoltre il nostro mulino è alimentato totalmente con energia fotovoltaica. Tutto ciò ci permette di lasciare la maggior parte delle sostanze organiche nel terreno, disturbando il meno possibile la vita dei microbi, dei funghi, degli attinomiceti, del mondo invisibile della microbiologia che sostiene la fertilità organica dei terreni, che si traduce in una maggior qualità di sapore e di fattori nutrizionali dei nostri prodotti: grano saraceno in chicco e i suoi lavorati, come la farina, il germe, i maccheroni.

 

Siete gli unici in Italia a produrre il germe di grano saraceno: come mai la scelta di dedicarvi a questo tipo di produzione?

 

La scoperta di questo prodotto è avvenuta per caso, in quanto durante la lavorazione del grano ci siamo “ritrovati” questo superfood, dall’alto potere nutrizionale e adatto a tutti proprio perché naturalmente senza glutine.

 

Avete scelto di confezionare i vostri prodotti in confezioni “generose”, da 2 e 5 chilogrammi, perché?

 

Sempre per rimanere il linea con i nostri valori, quindi per impattare il meno possibile su di un mondo già stracolmo di plastica e di monoporzioni inquinanti usa e getta, che necessitano di ampi spazi di stoccaggio e tanta energia per essere prodotti, abbiamo scelto di confezionare i nostri prodotti solamente in sacchi di carta dai volumi importanti, perché abbiamo deciso di rivolgerci ad un consumatore che  vuole spendere per la qualità della materia prima piuttosto che per un packaging costoso e poco sostenibile.